“I porno mi hanno distrutto il cervello”, queste affermazioni di Billie Eilish hanno scatenato un botta e risposta tra chi lavora nell’industria e chi, invece, vede nel porno il male, la vergogna. La cantante ha affermato di come il porno sia una sciagura, e di come lo è stato per lei nella sua educazione sessuale: “Pensavo di essere cool nel non vederci nulla di male, invece mi ha distrutto il cervello e causato incubi”. Altra dichiarazione molto forte della cantante.
Si sono scatenate reazioni a catena, sempre per la grande ipocrisia dello scontro, tanto caro a questa società. Tutte le riviste più importanti al mondo hanno dato voce a queste dichiarazioni, così come molte trasmissioni televisive. E’ stata lanciata la solita e becera miccia da far esplodere in faccia alla gente, per renderli un po’ avversari nella vita, senza capire effettivamente quale (forse) possa essere un problema nel porno nell’età pre-adolescenziale. (Piccolo appunto: Quanto queste dichiarazioni siano state pilotate o reali non è dato saperlo, ma il punto non è questo. Quando si è pagati per parlare, non è detto che si dica sempre ciò che si vuole). Subito, la divina Adriana Chechik ha controbattuto la cantante inglese affermando: “Invece di incolpare il porno, dovrebbe ritenere i suoi genitori responsabili di non aver stabilito regole e controlli migliori. E’ un’assurdità, lo dice solo per attirare attenzione”. Le dichiarazioni della Chechik chiaramente non sono finite su nessuna rivista o notiziario, dando alla questione un filo unico di conoscenza (e coscienza).
Da sempre ci si accanisce sul porno, ogni tanto se ne esce qualche persona affermando che è il male, che è la sciagura della società. Anche se, una socialità che si scandalizza più per il sesso che per una guerra forse ha qualcosa di profondamente sbagliato. Billie Eilish parla anche di come la donna è trattata all’interno dei film porno, ma non si sentono mai queste persone prendere le parti delle donne veramente maltrattate, quelle in chiuse in succubi relazioni tossiche o malate. Il punto però non è questo. L’arcano vero è che la società e chi la amministra, non si è ancora presa carico della sessualità dei ragazzi. Il sesso non è un tema di confronto. E questo è un grande danno per tutti. Se la scuola non spiega veramente cosa è la sessualità, a un ragazzo o una ragazza in età pre-adolescenza, cosa rimane?
Tempo fa ho intervistato Elena, proprietaria di un sexy shop (potete trovare qui l’intervista) e pure lei ha raccontato di come questi ragazzi vadano anche nel suo negozio a chiedere consigli su come approcciarsi alla sessualità. Perché: “Nessuno ci spiega nulla”. Molti genitori non ne parlano perché argomento tabù a scuola è pressoché vietato, la religione non parliamone nemmeno e cosa rimane a questi ragazzi? Il porno. Certo che rimane il porno, cosa altro possono fare?
Il problema non è la dichiarazione di Billie Eilish, e nemmeno quelle della Chechik, il problema è che a questi ragazzi non è concesso di scoprire e vivere una sessualità pura e di scoperta del proprio corpo. Ovvio che due ragazzi minorenni che ancora devono scoprire la sessualità e la vanno a cercare in certi video hardcore è sbagliato. Se guardiamo l’occhio del ragazzo, nelle scene vede attori con peni enormi, prestanza infinita e donne che ricevono pratiche senza problemi, magari senza capire che prima ci vuole una preparazione. Queste attrici poi, da subito provano piaceri immensi, squirt e di tutto e di più. Nella parte opposta, la ragazza si trova attrici che provano piacere nell’immediato, bellissime e prestanti. Questa è l’idea che hanno del sesso: la recitazione. Perché nessuno dice a questi ragazzi che il porno è semplicemente intrattenimento per adulti? Che certe pratiche è meglio non farle a casa, o almeno, farle con cognizione di causa? Dove è la società in queste risposte? (Forse a messa la domenica mattina?) Come può essere vissuto il sesso tra due ragazzi che arrivano a spogliarsi e hanno le attese di quei filmati pornografici nella testa? Ci vogliono risposte per loro. Bisogna rispondere a queste domande e non mettere i preservativi a 20€ la scatola. Bisogna avere a cuore il destino di questi ragazzi e non solo giudicarli di ogni faccenda che in questo mondo va male; hanno un dito puntato ogni secondo della loro vita, e non è giusto!
La sessualità la devono vivere in maniera sana, scoprirla passo dopo passo: riuscire a capire con se stessi cosa piace sessualmente, le proprie fantasie ed essere liberi da ogni forma di giudizio. Il mondo è stanco di questo dito puntato sui giovani, senza che nessuno di questi grandi giudici non si assuma anche una sola responsabilità. Così come va tutelato chi lavora nel porno. Una persona che fa sexwork(che è una persona prima di tutto) deve avere pari diritti e tutele di qualsiasi altra persona. Spesso questi individui sono considerati al pari dei criminali, il male assoluto quando tutto ciò che fanno è “far sesso”. Dov’è la situazione malata in tutto questo? Dove sta “lo sbagliato” in queste persone? Queste sono le domande da porre nei luoghi d’istruzione: togliere il giudizio verso le persone. La sessualità di questi ragazzi, oggi più che mai, vista la società globalizzata cui siamo sommersi e la quantità di video sempre più estremi che si possono trovare nella rete, va tutelata come un patrimonio Unesco.
Razionalmente è sicuramente migliore una società che fa sesso che una società cui viene insegnato il giudizio e l’odio per il diverso. (Chi può affermare il contrario?)
Concludendo: fissare le dichiarazioni di Billie Eilish o di Adriana Chechik è mirare un problema sbagliato, il problema non è quello, ma le domande che bisogna fare alla società, alle famiglie e ai luoghi d’istruzione. Altrimenti a questi ragazzi sempre connessi alla rete non rimane che il porno, e non è corretto nemmeno quello. Il porno è una benedizione a mio parere, ma non va (spesso) preso come esempio quando ci si avvicina alla sessualità a quattordici anni.
Bisogna dare delle risposte a questi ragazzi. Tutelarli nella loro sessualità, ne hanno il diritto. Il mondo è loro.
Metyu