Iniziare a scrivere un articolo sul Soda e Wovo non è facile. Dopo aver partecipato ad un explicit/sex party si hanno mille sensazioni da indirizzare e trasformare in parole.
Posso dire che ero lì, dentro a un ambiente carico di libertà e voglia di abbandonarsi a se stessi per una notte.
Appena ho saputo del Soda, ne sono rimasto estremamente incuriosito. Il regolamento, l’outfit obbligatorio, il telefono che viene oscurato, la rigidissima selezione nel dover rispondere a delle domande; insomma, nella mia testa era già sicura la non partecipazione. Per fortuna non è andata così, e mi sono ritrovato all’interno di quel party unico in tutto il suo genere.
Per PRN e assieme a Frida, la mente dietro a Soda, ve lo raccontiamo attraverso questa intervista.
Soda Clubbing. Un’idea di party a tratti rivoluzionaria. Partiamo dall’inizio, come è nato Soda? Ma più che altro, cosa comporta aver creato Soda?
“Soda nasce a caso a settembre dell’anno scorso. Dovevamo celebrare i sei anni di attività e volevamo fare come ogni anno un party che al tempo avveniva in collaborazione con la rivista carnale. Inizialmente il nome del party era Erotica. Dopo quei party, con la rivista ci siamo separati perché non avevamo le stesse intenzioni, e pochi mesi dopo è nato Soda semplicemente in seguito all’enorme richiesta del pubblico di fare un altro evento; diciamo che la nascita di Soda è avvenuta anche un po’ a caso, senza una vera progettazione dietro. Per finire di rispondere alla domanda di cosa comporta aver creato Soda… Anche se al momento è un party che avviene quattro volte l’anno, Soda comporta molto lavoro perché è un party molto strutturato con performance, team interno di accoglienza, kit personalizzati che regaliamo ma soprattutto, una selezione che non avviene alla porta ma avviene due mesi prima attraverso delle domande a cui facciamo rispondere e, se pensiamo che la persona sia idonea al party, allora gli diamo la possibilità di comprare il biglietto.“
Wovo è sicuramente un’idea innovativa perché ciò che avete creato è molto di più di un semplice negozio, e perdonatemi il termine “negozio”. Wovo non è assolutamente assimilabile a un sexy shop, ma raccoglie un progetto innovativo lontano dai canoni del “sexy shop vecchia concezione”. Si denota l’idea di un gruppo di persone che vivono ad un progetto rivoluzionario che sembra quasi che Wovo abbia una vita propria. Quindi la domanda, cos’è Wovo? Anzi, esagero: chi è Wovo?
“Come dici nella domanda, Wovo è un organismo che vive. Vive questa vita alimentata dalle persone che lo vivono e che vivono sia la parte di negozio sia gli eventi della community digitale; quindi si, è un vero e proprio organismo che non ha sembianze, come una specie di magma che cresce e contagia come un virus positivo le persone che ne vogliono far parte e di conseguenza contagiano altre persone.”
Tornando al Soda. Quello che si poteva avvertire all’evento del 30 settembre era di essere immersi, quasi affogati, dentro una realtà totalmente nuova e libera di esprimersi. Si era a pochi passi da una rivoluzione che mi piace tradurre in un una frase: “se il mondo fosse un’intera dark room non esisterebbero le guerre”, siete consapevoli di quello che state creando a livello sociale?
“Mi piace molto questa frase: «se il mondo fosse un’intera dark room non esisterebbero le guerre» ed è proprio quello che cerchiamo di portare avanti con il party. Far capire quanto l’importanza di riuscire a entrare in una situazione del genere ed essere in pace col contesto voglia dire crescere e fare un passo in avanti nella propria vita. Poi ci rendiamo conto che non è per tutti questo tipo di evento, però, se la gente capisse e andasse oltre allo stereotipo del sex party vedrebbe e vivrebbe anche una vita migliore. Per chiudere la domanda non siamo totalmente coscienti di quello che stiamo facendo, perché non c’è un progetto dietro, ad esempio: «Ah vogliamo arrivare la!» . No, la nostra missione è quella di voler migliorare la vita delle persone. Alcune cose poi succedono anche un po’ per caso. Ed è questo il bello di far parte ell’organismo di Wovo, perché cresci ma ti fai anche contagiare.”
Pensando alla pagina Instagram e l’hype che ha riscosso il Soda notiamo nell’ultimo mese che il profilo Instagram e la community Telegram sono aumentate a dismisura, e penso aumenteranno ancora. Se facessimo un paragone di acquisto dei biglietti, per l’evento del 30 settembre si fece in tempo ad acquistarli anche alle 13.40, quelli del prossimo soda, il 9 dicembre, sì è riusciti ad acquistarli quasi per grazia divina alle 13.00 con biglietti usciti alle 12.59. Come avete vissuto questa crescita, ve l’aspettavate?
“La crescita così non ce l’aspettavamo ed è stata per me una bellissima sorpresa ma non è successa per caso. Doveva succedere dopo tanti anni di lavoro e di divulgazione annessa alla nostra positività e ad un certo tipo di mindset; ma non posso dire altro perché ancora oggi mi sembra quasi incredibile che possa succedere un sold out così veloce di seicento e fischia biglietti. Ma quello su cui voglio concentrarmi è la qualità del servizio e continuare a far sempre meglio.”
Guardando invece al futuro, domanda rapida e conforme, come vedete Soda nei prossimi anni? Dove volete arrivare, sempre che abbiate un obbiettivo o un sogno finale per questo vostro party.
“Ma l’obbiettivo per adesso è riuscire a fare eventi sempre più belli, far crescere la community e riuscire ad offrire anche delle alternative, ovvero party più piccoli e altri format e poi, ci piacerebbe uscire da Milano.”
Entrando al Soda, da subito si poteva vivere una totale libertà raccolta in sorrisi spensierati di sentirsi fuori dal mondo almeno per una notte. Dall’accoglienza fino all’estrema gentilezza che si poteva avvertire durante tutto il party. A differenza di molti altri party che si vendono come espliciti ma che poi cadono, a volte, nel trash, Soda è rimasto un ambiente “figo” dove ci si sente immersi in qualcosa di immenso. Non avete paura di perdere l’esclusività dell’evento e che diventi quasi una party mainstream, o peggio, che arrivi qualcuno a dirvi: “ora basta!”?
“Che diventi mainstream c’è sempre la paura, e a rifarmi alla domanda di prima c’è appunto l’obbiettivo di non farlo diventare un prodotto commerciale ma farlo rimanere un sogno che accade quattro volte l’anno. Ovviamente tra la community che scalpita e noi che ci divertiamo da morire è quasi un peccato che questo party non accada più spesso; ci piace molto questa nuova parte del nostro lavoro. Personalmente ho un’esperienza ventennale di clubbing e ho visto come si sono evolute certe serate e c’è da riflettere. Ci manteniamo su queste date e navighiamo a vista per capire com’è la percezione del pubblico. Per quanto riguarda la fine della domanda: sul fatto che arrivi qualcuno a dire: «ora basta!»: siamo tutelati sotto ogni punto di vista e se succederà qualcosa agiremo di conseguenza e ci muoveremo in altre maniere.“
La selezione, le domande e l’idea del consenso hanno dato al party qualcosa di veramente esclusivo, dove si metteva alla prova anche l’intelligenza delle persone che avrebbero partecipato. Tempo fa scrissi un articolo che ai ragazzi e in generale nel mondo, (anzi diciamo a tutti), è quasi negata l’educazione sessuale. Soda e Wovo possono essere dei luoghi in cui comprendere e vivere la propria libertà sessuale e di capire che giudicare qualcuno è la cosa più orrenda che si possa fare?
“Assolutamente il primo valore che portami avanti è il non giudicare gli altri. Io ho aperto Wovo sei anni fa con questa idea. Sono sempre stata la persona diversa, con gusti diversi, con stile di vita diverso; ho un carattere forte e menefreghista e me ne sono sempre fregata di tutto ciò che riguarda il giudizio ma mi rendo conto che non è così per tutti. Per questo ho voluto creare due luoghi e frangenti in cui una persona possa sentirsi libera di essere se stessa. E che questa positività contagi altre persone che possano aiutare altre persone a liberarsi a non giudicare e non sentirsi giudicati. Per concludere la domanda. La base di tutto per noi è la condivisione di info utili e strumenti che possano aiutarti a migliorare la tua vita sessuale. Sia social ma anche prodotti e consulenze in negozio che sono totalmente gratuite. Anche se non ti acquisti nulla, ci sono persone che spendono ore a parlarti e te ne vai da Wovo come da Soda con una bella esperienza edificante.“
Per chiudere, a ripensare a tutto il vostro progetto mi vien quasi da pensare che i nuovi eroi del mondo moderno siano persone come voi che puntano all’unione, all’accettazione, e al bene più grande che ci possa esistere in questo mondo: essere liberi e autentici senza paura di essere giudicati. Che cosa volete dire a tutte le persone che si avvicinano o si avvicineranno al mondo Wovo e Soda?
“Che bella questa domanda, grazie. Ci siamo sempre sentite un’azienda tra virgolette; tra l’altro ci trasformeremo a breve in società benefit perchè ci rispecchia 100%. Non mi sono mai sentita un’imprenditrice ma una che voleva solo aiutare gli altri. E assieme al team che ho trovato, prima che al profitto pensiamo agli altri e come aiutarli. Vogliamo dire a tutte le persone che si avvicinano al mondo Soda benvenuti e speriamo di rivederci presto.”
Ringraziando Frida per le risposte e per chiudere questa intervista mi prendo due righe per scrivere un piccolo pensiero, forse suggestionato da queste mie ultime due notti.
Sto scrivendo questo articolo in aeroporto a Berlino. La mia mente e piena di quadri, arte, luoghi e delle notti di questa città così bella e libera. Forse Berlino è libera perché loro l’hanno abbattuto il loro muro. Allora mi piace pensare che Soda, Wovo, PRN è tutti noi che vogliamo la liberta dell’individuo di sentirsi liber* di essere ste stess* senza paura di essere giudicati che piano piano tutti noi possiamo diventare il martello che distruggerà quel muro ancora troppo presente nella nostra società.